
Alle donne piace scegliere un uomo, essere guardate, toccare i propri seni e quelli delle altre, levarsi i maschi di torno, baciare una ragazza, fare l’amore in tre o più di tre, essere caste, vestirsi succinte, indossare solo pantaloni, vedere un film porno, discutere con le amiche di come e quanto fanno l’amore, di se e come i maschi sono capaci di toccarle, essere fedeli, entrare in un erotic shop, curiosare, provare oggetti e feticci mai visti, sognati o desiderati, fare sesso consensuale estremo o essere penetrata da uno sguardo. Le più fortunate desiderano, mettono in pratica, sperimentano, scoprono, assaporano, decidono. Altre, invece, hanno la testa piena di voglie, ansie, bisogni, paure e non trovano la spinta o la complicità per provarci. Ci sono manuali che spiegano il sesso con perizia medica e piglio confidenziale, telefilm come Sex and the City che hanno autorizzato a discuterne durante un aperitivo, libri erotici che scandagliano fantasie ed esperienze. Tutto sembra libero, disponibile e amichevole verso le donne, ma così non è. Perché quando la libertà e il piacere sono parte visibile dello stile di vita diventano causa di un’etichetta che è anche un giudizio morale. A qualcuna non importa, per altre è il freno alla scoperta, certune consapevoli scelgono il campo del sesso per ingaggiare una personale e coinvolgente avventura. La libertà sessuale è una giovane conquista, spesso limitata a una ristretta classe di donne che hanno bei lavori, ben retribuiti, sono informate, metropolitane e conoscitrici del mondo. È questo un faro che va tenuto alto e accesso sulle altre perché il buon sesso conta molto nella vita di una ragazza, ma scoprirlo è ancora oggi per tante un colpo di fortuna. In adolescenza bisogna fare i conti con il primo fidanzato che ha già visto mille filmetti pornografici infinitamente più noiosi del sesso che potranno fare insieme ma nessuno dei due lo sa. Spesso allora si comincia male, facendo quel che piace a lui o quel che si ritiene giusto debba piacere a uno e/o all’altro. Più tardi, crescendo, quelle prime volte torneranno come ricordi da non ricordare, sedute da psicoanalisi, fantasmi in ogni letto conosciuto nei successivi anni, un’esperienza dall’eco tragica di cui, le più fortunate, un giorno, all’improvviso, coglieranno il lato pietosamente comico. Realizzando che il dominio del sessismo è implacabile anche quando si è poco più che bambine. sapori, umori, i fallimenti, le conquiste, le scoperte, il divertimento, la verità e la rilassatezza della reale imperfezione. La lunga preparazione soddisfa il senso della vista e non premia l’attesa: un rapporto sessuale dura in media venti minuti, anche la metà dopo figli e lunghe convivenze, dieci minuti che, per quanto intensi e perfino di buona qualità, sono pur sempre un tempo residuale. Sarà vero che le donne vogliono le quote in politica ma molte si accontenterebbero di avere un orgasmo a settimana. Una ricerca tedesca ha calcolato che in un’intera vita godiamo sedici ore e passiamo sei mesi nel traffico. Sarebbe bello invertire le proporzioni, ma poi a pensarci bene l’orgasmo che criterio di misura è? Può arrivare dopo una noiosissima notte di sesso e viceversa essere il grande assente dopo ore di infinito e delizioso strofinarsi. Che cosa conta davvero per le ragazze? Siamo circondati da nudità e sessualità, ma il piacere femminile, autentico e non performativo, a servizio delle donne e non solo dello sguardo altrui, è ancora un tabù. Se ne parla molto, con superficialità, approssimazione, enfasi, se è pos sibile per crearci un disagio su presunte incapacità di avere orgasmi, magari multipli, continui, e immediati, spesso il linguaggio è allusivo e rozzo, raramente sincero. Il piacere delle donne invece esige altro spazio, meglio se autogestito (la rappresentazione visiva e letteraria del sesso esplicito ad esempio), lungo tempo (a cinque minuti di penetrazione non segue un orgasmo), spezza gli stereotipi (il fallo maschile non è l’unica fonte di piacere, non ci sono sentieri consentiti e altri proibiti), allarga le libertà (amare le altre, giocare con gli oggetti, esplorarsi), non fa capo alla scienza ma all’esperienza. Che può essere infinita, istruttiva, fantasiosa. Godere conviene: rende molto, costa zero
