Prefazione

Sono sola. Si e sempre soli.Io saro sempre sola.Mai avevo pensato una cosa simile. “Io sono fatto in un altro modo”, mi ero detta con orgolio;ma vedevo nelle mie differenze il segno di una superiorita che un giorno sarebbe stata riconosciuta da tutti. Ero ribelle ,volevo diventare qualcuno, fare qualche cosa,percio dovevo strapparmi alle vecchie abbitudini, alle routines. Se fossi riuscita a fare una carriera, a compiere un’opera sarei complimentata per essermi sbarazzata dal conformismo, sarei stata accettata,ammirata. Scoprii bruttalmente che la gente , la mia famiglia non mi accettava, mi metteva al bando. Fui presa dal angoscia, poiche mi resi conto che in me criticavano, piu ancora del mio atteggiamento attuale,l’avvenire  verso cui mi avviavo.Nessuno mi accettava cosi com’ero, nessuno mi voleva bene:mi vorro bene da me stessa, decisi,per compensare quell’abbandono. Un tempo mi piacevo, ma mi curavo poco di conoscermi; adesso cerco di sdoppiarmi per osservarmi;per spiarmi;nel mio diario dialogavo con me stessa. Entrai in un mondo che mi stordi per la sua novita. Appresi cio che separa la tristezza dalla malinconia, l’aridita dalla serenita,appresi le esitazioni e i deliri del sentimento, lo splendore delle grandi rinuncie e i mormorii sotteranei della speranza.Mi sentivo radicalmente tagliata fuori; guardavo allo specchio quella che gli altri vedevano:non ero io;io ero assente;assente da tutto;dove trovarmi???Mi smarrivo.<<Vivere e mentire>>,in generale non avvevo niente contro la menzogna, ma in pratica era fastidioso

 

Quando l’amore non e follia non e amore

”Tanto tempo fa la Follia decise di invitare tutti i sentimenti per una insolita riunione conviviale, raccoltisi tutti intorno a un caffè per animare l’incontro la Follia propose: “Si gioca a nascondino?”.

 

“Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità.
“Nascondino è un gioco rispose la Follia “Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare comincerà a cercarvi e il primo che troverò sarà il prossimo a contare”.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia che rimasero a guardare in disparte.
“1,2,3. – la Follia cominciò a contare.

La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, esitante come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi. La Gioia corse festosamente in mezzo al giardino non curante di un vero e proprio nascondiglio.

La Tristezza incominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per occultarsi. L’Invidia ovviamente si unì all’Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La Follia proseguì la conta mentre i suoi amici si nascondevano.

La Disperazione era sconfortata vedendo che si era già a novantanove. “CENTO! – gridò la Follia – “Adesso verrò a cercarvi”

La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.

Guardando da una parte, la Follia vide l’Insicurezza sopra un recinto che non sapeva da quale lato avrebbe potuto nascondersi meglio. E così di seguito furono scoperte la Gioia, la Tristezza, la Timidezza e via via tutti gli altri.

Quando tutti finalmanete si radunarono, la Curiosità domandò: “Dov’è l’Amore?”.

Nessuno l’aveva visto, il gioco non poteva considerarsi concluso e così la Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, lungo il fiume sotto le rocce. Ma dell’Amore nessuna traccia, setacciando ogni luogo la Follia si accorse di un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a frugare tra i rami spinosi, quando ad un tratto sentì un lamento.

Era l’Amore, che soffriva terribilmente perché una spina gli aveva appena perforato un occhio.

La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò per avere organizzato un gioco così stupido, implorò l’Amore per ottenere il suo perdono e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile arrivò fino a promettergli che l’avrebbe assistito per sempre. L’Amore rincuorato accettò la promessa e quelle scuse così sincere.

Così da allora l’Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre”…

Dicono che il cuore è un manicomio e che c’è sempre spazio per un po’ di follia in più. Perché per amore siamo in grado di fare qualsiasi cosa, di rischiare la vita di fronte a un abisso e persino sprigionare la libertà stessa.

L’amore è follia per un errore di calcolo, perché non si può scegliere e perché vince sempre a qualsiasi gioco, anche se a volte ne usciamo ricoperti di spine. Perché, come disse il drammaturgo Calderón de la Barca, quando l’amore non è follia, non è amore.

Voglia di scrivere

Tu nei miei pensieri
La voglia di scriverti mi assale
Scriverti non so di cosa
Non so il perché
Forse
per non dimenticare
O solo per far parlare il mio amore
O solo per amarti
Non lo so!
Ma continuo a scriverti
Scriverti per parlarti
Per sentirti vicino…..
Scriverti per vivere…..

Pensieri su di te!!!!!

Ti guardo e penso come fortunata la nostra figlia ad avvere un padre come te. Avvrei voluto anch’io un padre come sei tu per la nostra figlia. Avvrei voluto anch’io ricevere le stesse attenzioni le stesse carezze , le stesse attenzioni. Ti guardo e penso come son fortunata ad avveri nella mia vita, nella mia quaotidianita. Saremo felici o saremo tristi,
che importa a volta ? Saremo l’uno accanto all’altra.E questo deve essere, questo è l’essenziale.Io vi voglio accanto per tutta la vita.

Come salvarsi la vita…

Si dice che quando tocci il fondo non puoi fare altro che risalire. Ma da sola non lo puoi mai fare , serve sempre una mano che ti stringa forte, alla quale ti aggrappi con tutte le tue forze perche hai voglia di nuovo di veddere la luce. Quella mano tu me l’hai datta sin dal primo giorno ma mi ci e voluto un po a capire e ad aprirmi perche la corazza formata da tutta la delusione subita mi impeddiva di veddere, di sentire. Avvevo paura di fare male a me stessa di nuovo, avvevo paura di dare fiducia di nuovo. Riccordavo vagamente il tuo viso, ma l’unica cosa che mi e rimasta impressa era il tuo sorriso. Quel sorriso cosi invitante che ti diceva che la vita e bella, che la gente ferisce ma tu non ti devvi abbatere cosi presto. A distanza di mesi io adesso sto bene, tengo la tua mano per non smarrirmi piu, ed e tutto grazie a te che mi hai fatto tornare nella realta e a farmi veddere le cose importanti. Grazie a te quella luce in fondo al tunnel non e piu cosi lontana.

Il soffrire passa, l’aver sofferto non passa mai…

Compari e ricompari tutte le volte che vuoi. Cerco di starti indifferente ma non ci riesco. Mi guardi con gli occhi fissi nei miei e tolgo lo sguardo perche non so resisterti e tu lo sai bene. Fai finta che non sia successo niente, che le parole dette gli ha spiazzati via il vento. Ormai son passati due mesi e il doloro si e diminuito, pian piano il soffrire sta passando , ma l’aver sofferto non passa mai. Ogni volta che ti veddo rimango folgorata da te, e quando vai non ti nego che vorrei correre dietro e dirti quanto mi manchi, quanto desidero abbraciarti. Ma quando nella mia mente passano tutti i tuoi atteggiamenti e le tue parole mi assale una rabbia e una tristezza perche io ti ho datto tutta me stessa e non mi meritavo un tale comportamente. Io avvrei dato tutta la mia vita per te, perche senza di te i mie giorni non son piu li stessi. Io non son piu la stessa. Io son uscita dalla tempesta ma non son la stessa di come son entrata… mi hai ferita molto perche sono molto delusa da te…cmq ti voglio un bene del anima.

Dedikuar vehtes time

ERIN HANSEN – NUK JE…

Ti s’je vitet që mban mbi supe,
as masa e rrobave që vesh,
nuk je pesha
apo ngjyra e flokëve të tu.
Ti s’je emri yt
as gropëzat e faqeve të tua,
je gjithë librat që ke lexuar
dhe tërë fjalët që thua,
je zëri i ngjirur mëngjesor,
dhe buzëqeshja që rrekesh të fshehësh,
je ëmbëlsia e harresës sate,
dhe çdo pike loti që ke derdhur,
je këngët që aq fort i këndon
kur e di se krej fillikat je,
je edhe vendet ku ke qenë
dhe ajo që vërtet quan shtëpi,
je gjithçka tek e cila beson,
dhe njerëzit që ke për zemër,
je fotografitë e dhomës sate të gjumit
dhe e ardhmja për të cilën ëndërron,
kaq shumë hire ka brenda teje
por duket sikur e harrove,
qëkurse vendose të jesh
gjithë çfarë s’je.

 

Pensieri….

Mentre prendevo il caffe della mattina seduta sulla mia scrivania, ascoltando “Chi Mai” di Morricone mi venne in mente una frase di Tolstoj “Non è possibile costringere la mente ad analizzare e a capire ciò che il cuore non vuole”. E una frase che mi e sempre piaciuta, ma come un flash apparve nella mia mente proprio oggi , in modo che io pottessi cogliere tutta la sua essenza….

Soppravivere creando uno scudo emotivo

Pensavo che studiasse mi avvrebbe resa intelligente e libera. Sin da piccola avevo preso consapevolezza che i libri mi avvrebbero dato quello che nella realta non riuscivo a trovare. Mi nutrivo di sapere e presi cosi tanto piacere allo studio che la mia vita quotidiana non mi appagava piu. Ma nessuno, veddendo la mia fame di sapere mi aveva detto che essere intelligenti significa avvere oltre le conoscenze anche la capacita di un intelligenca emotiva. Solo adesso alla soglia dei 30’anni ho preso coscenza che e proprio quella a guidare le mie scelte ed e quella che va ad influenzare il modo in cui gestisco i miei comportamenti , guida le decisioni di natura personale e sociale. Paradossalmente pero , indipendentemente da quando essa e cosi importante, la sua natura intangibile lo rende cosi difficile da misurare e di conseguenza cosi difficile da migliorare. Io persona debole , piena di paura e insicurezza, guidata principalmente dalla mia parte emotiva e non quella razionale sono l’esempio tipico di una persona con bassa intelligenca emotiva. Nulla in questa vita succede per caso , e doveva essere proprio una delusione grande a farmi dare coscenza della mia scarsa intelligenca emotiva.Una persona emotivamente intelligente sa padroneggiare le proprie emozioni e  non si sarebbe trovata impreparata alle delusioni. Essa e capace ad addattarsi ai cambiamenti ed essere flessibile, non si sarebbe paralizzata dalla paura di perdere. Non abbaserebbe la propria autostima sotto zero perche alcune cose l’hanno ferita, perche ha una chiara idea di se stessa.Per creare un scudo emotivo basterebbe a volte dire di no, a trasformare gli errori in pillole di miglioramento. Equilibrare il dare con l’avere come si fa nella partita doppia in ragioneria(si come ho studiato economia), anche se a volte una persona con bassa intelligenza emotiva cerca di dare e dare senza ricevere. Creare uno scudo non significa allontanare le persone, significa tener la giusta distanza(come i porcospini).

PS:Non andate mai alla ricerca delle perfezioni. Siate folli(ct.Steve Jobs)

 

Il tempo perduto di Proust

Un po di tempo fa per il compleanno , un mio amico mi ha regalato una della serie dei libri del tempo perduto di Proust. Ma a  distanza di anni penso che nulla in questo mondo succede per caso. Spesso quando leggo , mi immergo cosi tanto nella lettura che cerco sempre di immedesimarmi nel personaggio e non importa qual e il ruolo del personaggio. Per quanto riguarda le opere di Proust,ce molto ambiguita nei personaggi e io mi son trovata nel mezzo tra Albertina e Marcel. Ero priggioniera e carnefice nello stesso tempo. Vivevo nella dualita. Dualita che derivava dalla paura di perdere una persona che si e voluta bene. Come Marcel io non avevo una maturita del rapporto affettivo e come Albertina ero legata a lui perche trovavo ogni cosa che una donna pottesse desiderare: amicizia, confidenza,supporto,passione,emozione. E cosi che rischi di perdere, pensi che le cose che fai son giuste, pensi che dare pottrebe bastare, che sarebbe sufficiente ma a volte servono anche le distanze. Distanziarsi per veddere se ti manca veramente una persona. Distanziarsi per lasciar respirare, per capire, per farsi perdonare, per far riffletere. La fuga di Albertina e il miglior esempio per spiegare tale situazione. Per qualsiasi persona che fosse interessato se Albertina cambiasse idea dovra leggere il sussegursi del volume.

PS:Invece io aspetto ancora che “Marsel” mi chiami.